Recensione Socom 3
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Recensione Socom 3
[ps2] Un nome che ai più farà venire in mente la pistola preferita dal leggendario Solid Snake (la Socom, appunto) diventa titolo di un gioco che fa la sua terza apparizione su Playstation 2.
Nato nel 2002, Socom si presenta al pubblico come uno dei migliori sparatutto online disponibili su console.
Socom II fa poi la sua apparizione nei negozi un anno dopo, migliorando la formula (ripresa poi dal titolo oggetto della recensione) usata nel primo capitolo, creandosi la propria schiera di appassionati, complice l’alta qualità del gioco.
Dal 2003 al 2006 passano 3 anni, ed è questo l’intervallo di tempo dopo il quale fa capolino nei negozi la voluminosa confezione di Socom 3: riuscirà ad emergere dall’ombra dei prequel, o diventerà l’ennesimo “more of the same”? Scopriamolo insieme.
Quattr is megl che uan.
Socom 3, come i precedenti capitoli, ci mette alla guida di una task force formata da quattro uomini, appartenenti allo squadrone US. Navy Seals (come indicato dal sottotitolo del gioco).
Come da tradizione, in giochi di questo genere, una trama vera e propria non c’è, sostituita da campagne dove gli obiettivi proposti per essere portate a termine sono più o meno gli stessi che raccontano le avventure di questa unità, come ad esempio salvare ostaggi, o catturare ufficiali nemici.
Questa volta l’azione si sposta in tre differenti territori, ognuno dei quali sarà teatro di una sanguinosa campagna: il Nord Africa, il Sud-Asia e la Polonia.
All’assalto, Gi-Joe!
Come già si potrà intuire, Socom 3 (che ricordiamo, è fondamentalmente uno sparatutto, ed è programmato in modo da poter permettere una visuale in prima od in terza persona) prende a piene mani il meglio degli episodi precedenti, ampliandolo e migliorandolo ulteriormente.
Ciò può significare mappe molto più grandi, una meglio strutturata modalità multiplayer, più armi, nuove possibilità di gioco e, dulcis in fundo, una grafica migliorata… ma andiamo con ordine.
L’azione di gioco si svolge su mappe (per i neofiti del genere, con “mappa” si intende il territorio, limitato, nel quale si svolge l’operazione; il livello, detto in una parola) molto più larghe delle versioni precedenti.
Tali territori sono disseminati di checkpoint, che ristoreranno il team e permetteranno il salvataggio della missione; la nota dolente, soprattutto per chi, ad esempio, gioca ad Halo 2 al livello massimo, è che il gioco viene addolcito, in quanto a difficoltà.
Abbiamo parlato prima specificatamente di nuove possibilità di gioco, ed eccone una: è possibile ora nuotare con il proprio personaggio.
Pagando il prezzo di non poter usare alcuna arma, ci si renderà invisibili agli occhi nemici, immergendosi per un tempo limitato; inutile dire che tale opportunità regala dei risvolti stealth nell’approccio al gioco.
Notevole realismo è stato donato nell’uso delle armi: iniziando a confrontare l’utilizzo dei diversi strumenti di offesa, si nota, ad esempio, una minor precisione della mitragliatrice rispetto ad un fucile, ma fin qua è cosa banale e scontata, come lo è la minore accuratezza durante lo sparo in movimento.
Tralasciando (ma anche no, è uno dei punti di forza del gioco) l’incredibile numero di armi ed accessori (mirini, laser, ecc..) per personalizzarle, non potremo però improvvisarci novelli Ratchet; come la moda degli ultimi sparatutto vuole, per questioni di peso (ed ecco un’altra componente strategica che si aggiunge al gameplay) e quindi di libertà di movimento, saremo costretti a fare un’accurata cernita delle nostre “garanzie di sopravvivenza”.
Come ultima nota riguardante il gameplay, prima di passare alla descrizione delle cuffie, volevo segnalare la presenza di veicoli guidabili: le mappe sono enormi, mezzi pubblici non ce ne sono, e non c’è niente di meglio di un veicolo militare, magari ben equipaggiato, per seminare un po’ di terrore nelle truppe nemiche.
L’ho accennato nel paragrafo precedente, ne parlo ora: nella confezione di Socom 3 vi sono incluse un paio di cuffie con microfono, da collegare nella porta usb della Playstation 2, con le quali dare ordini alla propria truppa premendo il pulsante L2; purtroppo la truppa sopraccitata non brilla per intelligenza (per fortuna nostra anche il nemico non è molto sveglio), e spesso se non impartiamo il comando, per quanto ovvio possa essere (come ad esempio salire su un veicolo, se tutto il resto del team vi è già), vedremo l’omino verdepezzato stare immobile come un soldatino di plastica.
Se già il gioco offline non vi avesse soddisfatto, è presente, come da tradizione, e soprattutto come piatto forte, una “prepotente” modalità online.
Ben 32 giocatori, ben il doppio rispetto ai 16 delle versioni precedenti, possono darsi battaglia nella dozzina di mappe messe a disposizione dal gioco, sia nella versione diurna che notturna, veicoli compresi.
Sotto il fuoco di mille pallottole.
Il lavoro fatto dagli sviluppatori è qualcosa di ammirevole, considerando l’ormai vetusto hardware della Playstation 2.
Le mappe sono grandi e dettagliate, così come abbastanza particolareggiati sono gli edifici e le costruzioni presenti nel gioco.
I 32 giocatori , veicoli inclusi nella confezione, sono un’ulteriore nota di merito agli sforzi fatti dai ragazzi della Zipper.
Le movenze dei soldati sono ben fatte, così come gli effetti associati alle esplosioni ed uccisioni.
Ovviamente tutto questo ben di Dio porta dei prezzi da pagare, questa volta sotto forma di pochi poligoni sui modelli e texture non sempre all’altezza della situazione, ma l’impressione generale è comunque ottima.
Nulla da dire riguardo il commento sonoro: realizzato come da tradizione con mestiere, ben si sposa alle varie situazioni; ovviamente degno di nota anche gli effetti associati alle singole armi.
Nato nel 2002, Socom si presenta al pubblico come uno dei migliori sparatutto online disponibili su console.
Socom II fa poi la sua apparizione nei negozi un anno dopo, migliorando la formula (ripresa poi dal titolo oggetto della recensione) usata nel primo capitolo, creandosi la propria schiera di appassionati, complice l’alta qualità del gioco.
Dal 2003 al 2006 passano 3 anni, ed è questo l’intervallo di tempo dopo il quale fa capolino nei negozi la voluminosa confezione di Socom 3: riuscirà ad emergere dall’ombra dei prequel, o diventerà l’ennesimo “more of the same”? Scopriamolo insieme.
Quattr is megl che uan.
Socom 3, come i precedenti capitoli, ci mette alla guida di una task force formata da quattro uomini, appartenenti allo squadrone US. Navy Seals (come indicato dal sottotitolo del gioco).
Come da tradizione, in giochi di questo genere, una trama vera e propria non c’è, sostituita da campagne dove gli obiettivi proposti per essere portate a termine sono più o meno gli stessi che raccontano le avventure di questa unità, come ad esempio salvare ostaggi, o catturare ufficiali nemici.
Questa volta l’azione si sposta in tre differenti territori, ognuno dei quali sarà teatro di una sanguinosa campagna: il Nord Africa, il Sud-Asia e la Polonia.
All’assalto, Gi-Joe!
Come già si potrà intuire, Socom 3 (che ricordiamo, è fondamentalmente uno sparatutto, ed è programmato in modo da poter permettere una visuale in prima od in terza persona) prende a piene mani il meglio degli episodi precedenti, ampliandolo e migliorandolo ulteriormente.
Ciò può significare mappe molto più grandi, una meglio strutturata modalità multiplayer, più armi, nuove possibilità di gioco e, dulcis in fundo, una grafica migliorata… ma andiamo con ordine.
L’azione di gioco si svolge su mappe (per i neofiti del genere, con “mappa” si intende il territorio, limitato, nel quale si svolge l’operazione; il livello, detto in una parola) molto più larghe delle versioni precedenti.
Tali territori sono disseminati di checkpoint, che ristoreranno il team e permetteranno il salvataggio della missione; la nota dolente, soprattutto per chi, ad esempio, gioca ad Halo 2 al livello massimo, è che il gioco viene addolcito, in quanto a difficoltà.
Abbiamo parlato prima specificatamente di nuove possibilità di gioco, ed eccone una: è possibile ora nuotare con il proprio personaggio.
Pagando il prezzo di non poter usare alcuna arma, ci si renderà invisibili agli occhi nemici, immergendosi per un tempo limitato; inutile dire che tale opportunità regala dei risvolti stealth nell’approccio al gioco.
Notevole realismo è stato donato nell’uso delle armi: iniziando a confrontare l’utilizzo dei diversi strumenti di offesa, si nota, ad esempio, una minor precisione della mitragliatrice rispetto ad un fucile, ma fin qua è cosa banale e scontata, come lo è la minore accuratezza durante lo sparo in movimento.
Tralasciando (ma anche no, è uno dei punti di forza del gioco) l’incredibile numero di armi ed accessori (mirini, laser, ecc..) per personalizzarle, non potremo però improvvisarci novelli Ratchet; come la moda degli ultimi sparatutto vuole, per questioni di peso (ed ecco un’altra componente strategica che si aggiunge al gameplay) e quindi di libertà di movimento, saremo costretti a fare un’accurata cernita delle nostre “garanzie di sopravvivenza”.
Come ultima nota riguardante il gameplay, prima di passare alla descrizione delle cuffie, volevo segnalare la presenza di veicoli guidabili: le mappe sono enormi, mezzi pubblici non ce ne sono, e non c’è niente di meglio di un veicolo militare, magari ben equipaggiato, per seminare un po’ di terrore nelle truppe nemiche.
L’ho accennato nel paragrafo precedente, ne parlo ora: nella confezione di Socom 3 vi sono incluse un paio di cuffie con microfono, da collegare nella porta usb della Playstation 2, con le quali dare ordini alla propria truppa premendo il pulsante L2; purtroppo la truppa sopraccitata non brilla per intelligenza (per fortuna nostra anche il nemico non è molto sveglio), e spesso se non impartiamo il comando, per quanto ovvio possa essere (come ad esempio salire su un veicolo, se tutto il resto del team vi è già), vedremo l’omino verdepezzato stare immobile come un soldatino di plastica.
Se già il gioco offline non vi avesse soddisfatto, è presente, come da tradizione, e soprattutto come piatto forte, una “prepotente” modalità online.
Ben 32 giocatori, ben il doppio rispetto ai 16 delle versioni precedenti, possono darsi battaglia nella dozzina di mappe messe a disposizione dal gioco, sia nella versione diurna che notturna, veicoli compresi.
Sotto il fuoco di mille pallottole.
Il lavoro fatto dagli sviluppatori è qualcosa di ammirevole, considerando l’ormai vetusto hardware della Playstation 2.
Le mappe sono grandi e dettagliate, così come abbastanza particolareggiati sono gli edifici e le costruzioni presenti nel gioco.
I 32 giocatori , veicoli inclusi nella confezione, sono un’ulteriore nota di merito agli sforzi fatti dai ragazzi della Zipper.
Le movenze dei soldati sono ben fatte, così come gli effetti associati alle esplosioni ed uccisioni.
Ovviamente tutto questo ben di Dio porta dei prezzi da pagare, questa volta sotto forma di pochi poligoni sui modelli e texture non sempre all’altezza della situazione, ma l’impressione generale è comunque ottima.
Nulla da dire riguardo il commento sonoro: realizzato come da tradizione con mestiere, ben si sposa alle varie situazioni; ovviamente degno di nota anche gli effetti associati alle singole armi.
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