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Recensione Driver Parallel Lines

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Recensione Driver Parallel Lines Empty Recensione Driver Parallel Lines

Messaggio  Masters Gio Ago 07, 2008 12:25 pm

[wii,ps2] Driver ha rivoluzionato il mondo dei giochi di guida, c'è poco da aggiungere a questo. L'originale gioco targato Reflections (ora proprietà di Atari) mostrava una libertà d'azione mai vista prima, pari solo all'ebbrezza che si poteva provare in Grand Theft Auto che però, come ben ricordiamo, era ancora ancorato alle due dimensioni. Driver irruppe invece sulla scena mosso da uno spettacolare motore grafico, capace di visualizzare dozzine di veicoli su schermo, sullo sfondo di ricostruzioni virtuali di città realmente esistenti (Miami, San Francisco, Los Angeles e New York) senza disdegnare incidenti ed effetti di luce fuori dal comune.
Complice del suo successo fu anche una trama da poliziesco, molto curata nell'insieme, ed una colonna sonora assolutamente funky.
Il resto è storia. Midtown Madness, GTA III, lo stesso Driv3r sono tutti figli della stessa madre: c'è chi ha saputo, nel corso degli anni, aggiungere qualcosa di suo alla formula originale, c'è chi si è limitato ad eseguire bene i compiti a casa. Il sandbox style è oggi il sistema di gioco più utilizzato in assoluto.

Il Sandbox Style, Questo Sconosciuto
I videogiochi sono un hobby (o una passione, a seconda dei punti di vista) che coltivo da più di vent'anni. Nel corso di questi due decenni ho avuto modo di giocare ai titoli più disparati, focalizzando in particolare la mia attenzione sul genere d'azione.
Pochi giorni fa ho acquistato un gioco, che ai tempi della sua uscita non avevo avuto la possibilità di provare: Red Dead Revolver, un western prodotto e programmato da Rockstar Games (anche se la IP originale sarebbe da attribuire a Capcom). Ebbene, in questi tempi mi riesce davvero difficile giocare ad un gioco di questo tipo: entro binari ben precisi, senza poter girovagare tra una missione e l'altra. Le possibilità di esplorazione che un titolo come Driver ha portato in questo sovraffollato panorama si fanno sentire pertanto in modo sensibile ancora oggi.

Ritorno alle Origini
Driver e Driver 2 uscirono per Playstation (il primo capitolo anche per PC), Driv3r fu invece appannaggio di Playstation 2 e Xbox, così come il suo fratellino Parallel Lines che però, come potete ben vedere, è ora disponibile anche su Wii. Nei primi tre capitoli la storia seguiva da vicino le imprese di Tanner, un poliziotto infiltrato nella mala in veste di autista, nel tentativo di incastrare il boss di turno. I primi due episodi della saga (ormai la possiamo chiamare così) si somigliano in molti aspetti: prima di tutto nel motore grafico utilizzato che, eccetto qualche piccola miglioria presente nel seguito, è sostanzialmente identico. Per quanto riguarda la missioni, invece, esse spaziavano dalla consegna di merce rubata a inseguimenti al cardiopalma o a improbabili fughe dalla polizia in stile Jake & Elwood. Caratteristica introdotto in Driver 2 fu la possibilità di scendere a piedi. In tal modo le città che prima potevamo solo scorgere attraverso i finestrini diventavano vive. Il cuore del gioco rimaneva la parte di guida, ma la possibilità di impegnarsi in piccole passeggiate aggiungeva inusitato spessore all'esperienza videoludica. L'originale Driver rimane il mio preferito.
Il miracolo compiuto da Reflections (quello di coniugare una libertà d'azione senza precedenti con una solida esperienza tridimensionale) non fu ripetuto però con il terzo episodio, Driv3r. Il motore grafico, lento e scattoso, minava alle radici la fruibilità del titolo. A poco servì l'ottima gestione della fisica ed un gameplay che sembrava strizzare l'occhio a Grand Theft Auto: Driv3r fu una vera delusione, compensata, almeno in parte, dal seguito in esame.
Parallel Lines si distingue dal suo predecessore per un solo, semplice motivo: non è GTA (e meno male, aggiungerei io). La libertà d'azione è stata fortemente ridotta rispetto al terzo capitolo, ma non del tutto eliminata. Avrete sempre sotto gli occhi una New York fitta di strade e stradine, scorciatoie ed autostrade dove consumare i vostri pneumatici. La differenza, rispetto al passato, sta nel fatto che le missioni vi saranno assegnate di volta in volta, riducendo così i tempi morti tra un incarico e l'altro (tempi morti che in GTA erano utilizzati per investire un centinaio di pedoni a far schizzare alle "stelle" il livello di sospetto, giusto?). Parallel Lines è prima di tutto un gioco di guida. Bentornato, Driver.

1978 – 2006
L'arco temporale entro cui Parallel Lines muove i suoi passi comprende il 1978 ed i nostri giorni, precisamente il 2006 (anno in cui PL è stato rilasciato per PS2 e Xbox). Nel primo caso vestirete i panni di un teppistello in rapida ascesa: da semplice ladro d'auto diventerete autista di fiducia e vi saranno affidati incarichi sempre più delicati. Le missioni ricalcano quasi pedissequamente, pur mostrando qualche sprazzo di originalità in qualche occasione, le situazioni che eravate chiamati ad affrontare nei primi due episodi: vostro compito sarà dunque vestire i panni ora del palo, ora del pedinatore e via dicendo. L'atmosfera che si respira nelle prime ore di gioco è inequivocabilmente riconducibile al genere del cinema mafioso: non faticherete più del dovuto a districarvi tra favori ed offerte, celebri citazioni e boss malavitosi.
Dopo una serie di missioni più o meno memorabili, PL cambia volto: nel 1979 venite venduti ed imprigionati e la chiave della vostra cella buttata via fino ai giorni nostri. Una volta rilasciati, lo schermo di gioco si tinge di rosso: Driver diventa una storia di vendetta. Lo stile di gioco pervaso dalla rabbia e la violenza: il clima spensierato e solare dei primi livelli lascia il posto ad una atmosfera più cupa e matura.
La colonna sonora, così come l'abbigliamento e i filtri utilizzati variano a seconda del periodo temporale. David Bowie, Blondie e Marvin Gaye scompaiono in favore di Public Enemy, Audio Bullys, Yeah Yeah Yeahs e Sucide, per citare i più famosi. L'abbigliamento dei pedoni si adatta con grande stile alle mode dei due momenti storici; la grande mela muta nel tempo, si riempie di cartelloni pubblicitari e luci al neon; ovviamente le macchine, causa necessaria per la meccanica di gioco di driver, tengono il passo col tempo. New York appare una città viva e sempre in movimento, popolato e trafficata come dovrebbe essere una metropoli.

Sistema di Controllo
Non mi stancherò mai di ripeterlo: ogni gioco diretto alla console Nintendo che si rispetti deve dare prova di un sistema di controllo funzionale e tecnicamente ineccepibile. Parallel Line si comporta egregiamente una volta inserito nel drive della vostra console preferita, pur lasciando spazio per qualche critica ed un margine di miglioramento nel caso di un ipotetico Driver 5.
Il controllo del veicolo è quasi interamente affidato al Nunchuck: se vorrete, una volta posato il Wii-mote sulle vostre gambe, potrete guidare con l'uso di una sola mano, per una esperienza di gioco più rilassante e, oserei dire, vecchio stile. Restando in tema di sezioni a bordo di un'auto, il Wii-mote si rende indispensabile per gli scontri a fuoco nel corso di un inseguimento, una delle caratteristiche che più ho apprezzato in questo titolo. Premendo l'apposito tasto vedrete TK (protagonista del gioco) ergersi fuori dal finestrino con un'arma in mano: a tal punto, come nel migliore degli FPS, comparirà sullo schermo un comodo mirino che vi permetterà di mirare dinanzi a voi. Questa modalità dimostra la sua indubbia utilità nel corso di fantomatici inseguimenti, in cui sarete costretti a sparare ai vostri avversari per rallentarli: mirate alle gomme e vedrete l'auto sbandare; oppure sprecate qualche colpo su parabrezza e finestrini, che esploderanno in centinaia di frammenti.
Particolarmente divertenti risultano essere le moto, veloci come fulmini e stupende da guidare: la curva d'apprendimento è piuttosto breve così che nel giro di pochi minuti vi ritroverete a sfrecciare come folli per le strade newyorkesi, piegando all'inverosimile e sfiorando le auto in circolazione di pochi centimetri.
Se le sezioni di guida si dimostrano quindi veloci ed emozionanti, lo stesso non si può dire delle parti a piedi. Il sistema di controllo, innanzitutto, appare lento e macchinoso: il mirino, in stile Red Steel, vi costringerà a spostare il riquadro di mira ai margini dello schermo prima che si sposti la visuale. Per fortuna queste parti occupano uno spazio irrisorio nell'economia del gioco, non c'è dunque ragione di preoccuparsi.
L'ultimo appunto riguardante il metodo di controllo riguarda il freno a mano, affidato ai movimenti del Nunchuk: tiratelo verso l'alto e le gomme della vostra auto strisceranno sull'asfalto, volgetelo a destra o sinistra e TK eseguirà dei comodi 180° per facilitare le curve più strette. Questo sistema lascia fianco a molti critiche, dovute in gran parte al fatto che, nel caso non teniate in posizione perfettamente verticale il Nunchuk, vedrete la vostra macchina ciondolare a destra e sinistra, a seconda dell'anche minima inclinazione del joystick in questione.

Aspetto e Sonoro
Dalle foto PL sfoggia una grafica ricca e particolareggiata: la realtà è purtroppo ben diversa. New York sembra affetta da un leggero morbo di Pop-Up (nulla a che vedere col disastro di Spiderman 3, in ogni caso) tale che il Bronx o Manhattan compariranno a poco a poco sullo schermo dinanzi ai vostri occhi. Mi è sembrata buona la realizzazione degli incidenti e degli effetti di luce, così come le esplosioni. Le automobili sembrano essere state sottoposte a notevole cura nel corso dello sviluppo, attraverso textures di alta qualità e superfici riflettenti in cui l'intera New York sarà pronta a specchiarsi.
Gli effetti sonori, eccezion fatta per l'ottima colonna sonora, ben si prestano all'esperienza di gioco, con rombi di motore personalizzati a seconda del veicolo in uso.

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