Recensione Mercenari
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Recensione Mercenari
[ps2] Ormai il ciclo delle console a 128bit sta volgendo al termine, quindi non mi sembra errato tirare qualche conclusione: quel che appare evidente, a mio modesto parere, è che questa generazione non ha proposto lo stesso grado di innovazione, in termini di prodotti, della precedente. D'altronde dopo l'epocale passaggio dal 2D al 3D era difficile riuscire a ideare qualcosa di altrettanto innovativo che non si limitasse alla pura potenza tecnica. Ecco perché credo di non sbagliare affermando che tra i pochi, veri prodotti innovativi che hanno visto la luce su PS2 non possiamo non annoverare la serie di GTA, che ha messo a disposizione dell'utente la più ampia libertà di gioco possibile su una console...
L'idea dei Rockstar, rimasta in incubazione con i primi due GTA, é esplosa definitivamente con GTA3, che é diventato a breve uno dei titoli più divertenti ed innovativi della storia: la bontà del concept è testimoniata anche dagli innumerevoli cloni che ne hanno seguito le tracce (True Crime, Drv3r, Mafia), limitandosi tuttavia a proporre semplici varianti dell'originale. Dunque spetta a Lucas Arts il merito di avere, per prima, avuto il coraggio di prendere il gameplay di GTA e trasportarlo in tutt'altro contesto, quale una guerra in Corea...
Teatro di guerra
Lo scenario di gioco si basa su premesse fanta-politiche abbastanza plausibili, sul genere di quelle che piacciono tanto a gente come Tom Clancy: l'ultimo dittatore della Corea del Nord, Choi Kim, decide di avviare trattative di pace con la Corea del Sud per porre termine alla decennale divisione dei due paesi. Naturalmente non manca una fazione interna contraria a questi piani che, capeggiata dal figlio del dittatore, il generale Choi Song, organizza un attentato durante la conferenza di pace, prendendo il controllo del paese e scatenando la guerra. Sul campo di battaglia sono dunque dispiegate varie forze: le Nazioni Unite, la Corea del Sud, quella del Nord, la Cina e...la mafia russa! In mezzo a queste forze si muove il nostro personaggio, un mercenario spedito in loco dalla ExOps con l'obiettivo di approfittare della confusione generale per guadagnare più soldi possibili.
Il gioco è sostanzialmente uno sparatutto/action in terza persona che, proprio per la sua somiglianza con GTA, risulta assai immediato ma anche molto meno tattico della media dei titoli bellici.
Ad inizio gioco dovremo decidere di quale mercenario assumere il controllo tra i tre disponibili, differenti non solo per l'aspetto fisico: l'americano Chris Jacobs vanta un alto fattore di resistenza ai proiettili, la cino-britannica Jennifer Mui è abile nei travestimenti, lo svedese Mattias Nilsson ha dalla sua una prodigiosa velocità.
A questo punto ci si trova a vagare in un'enorme area di gioco (magari non grande come in GTASA, ma non c'è da lamentarsi) alla ricerca di missioni. Le varie fazioni in lotta sono un po' come le gang in GTA, solo che al giocatore è rimessa la scelta di gestire la situazione come meglio crede: infatti a parte i Nordcoreani, che sono i cattivi di turno e quindi vanno sempre e comunque eliminati, le altre fazioni sono inizialmente neutrali nei nostri confronti, ma il loro atteggiamento muterà a seconda del nostro comportamento. Fate qualche sgarro ai cinesi e questi cominceranno a spararvi contro a vista, mentre lavorando per loro potrete addirittura farvi seguire da dei soldati di supporto. Un apposito indicatore ci tiene sempre aggiornati sullo stato dei rapporti con ogni fazione: per avere la vita più facile è bene non inimicarsi nessuno, ma proseguendo nel gioco sarà quasi impossibile portare a termine le missioni per una fazione senza inimicarvi qualcuna delle altre.
Miss in action
La mappa di gioco è letteralmente invasa da obiettivi sensibili: basta avvicinarsi al punto indicato ed interagire con la persona trovata in loco per dare il via alle danze. Le missioni, che si dividono in obbligatorie (che fanno proseguire la storia) e opzionali, possono avere i più svariati obiettivi, dal difendere una postazione allo sgominare presidi nemici, dal raggiungere un determinato posto entro un tempo limite al catturare un leader nemico. A tal proposito i programmatori hanno preso spunto dal fantomatico mazzo di carte dei ricercati inventato dagli americani durante la guerra in Iraq per ricrearne una copia virtuale: le Nazioni Unite hanno infatti creato un vero e proprio mazzo da gioco, in cui ad ognuna delle 52 carte corrisponde un ricercato e per ognuno di loro che sia catturato vivo o morto c'è una cospicua ricompensa (ma se è morto la taglia si dimezza). Buona parte di questi personaggi li troverete durante l'avventura principale, ma per catturarli tutti dovrete esplorare per bene la mappa di gioco e cimentarvi nelle missioni secondarie.
Il punto di forza del gioco risiede essenzialmente nel senso di libertà che è in grado di trasmettere al giocatore: non dimenticatevi che si tratta pur sempre di una scenario bellico in continuo mutamento! Potete a scegliere le missioni che intende affrontare, ma potete anche andarvene in giro liberamente e finire con lo sbatterci sopra il muso: capita spessissimo che, mentre ve ne state andando a zonzo senza una meta precisa (a bordo di un qualunque veicolo abbiate trovato sul campo di battaglia, dalla jeep al carro armato all'elicottero!), incappiate in un qualche scontro tra fazioni. A quel punto potete proseguire e far finta di nulla, oppure decidere di intervenire a favore di una o dell'altra parte e, soprattutto, potete decidere come intervenire: fare cecchinaggio da lontano, irrompere col vostro mezzo tra le fila nemiche, schierarvi con gli alleati ed indirizzare il loro fuoco, prendere gli avversari alle spalle e, magari, catturare il loro leader, attaccarli dall'alto con un elicottero o, perchè no, ordinare un bombardamento aereo (se avete abbastanza soldi per permettervelo). Si può fare veramente di tutto e di più, l'interazione con l'ambiente è molto elevata (ci si può impadronire praticamente di ogni mezzo sul campo, ma anche raccogliere armi e munizioni, distruggere o spostare casse, raccogliere medikit, parlare con i soldati o invitarli a salire sul nostro mezzo, così mentre noi siamo alla guida uno di loro spara ai nemici e così via) e le scelte effettuabili moltissime, in ogni circostanza! In ogni momento è possibile salvare, rinunciare alla missione in corso se si sta rivelando troppo impegnativa, ordinare armi o attacchi di supporto col nostro palmare, consultare la mappa per stabilire la posizione degli obiettivi e così via.
Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che per concedere tanta libertà i programmatori hanno dovuto sacrificare la trama, che è alquanto nebulosa e dispersiva e spesso abbandona il giocatore a sé stesso: capita più di una volta di non capire esattamente cosa fare per proseguire, o dove accidenti fare per trovare i ricercati speciali.
Soldati di ventura
Tecnicamente i ragazzi di Pandemic Studios hanno fatto un lavoro davvero eccellente.
A livello di grafica rappresenta una delle cose migliori mai viste su PS2, tenendo sempre presente il tipo di gioco. L'area messa a disposizione del giocatore è davvero grande e dettagliata, fiamme e fumo si levano ovunque, aerei ed elicotteri passano continuamente sopra le nostre teste mentre il suono degli spari echeggia un po' ovunque: la fisica di gioco è tra le migliori mai viste ed accresce notevolmente la sensazione di realismo che si respira. Anche i modelli dei vari personaggi sono dettagliati e molto realistici, sia che si tratti di protagonisti che di semplici fantaccini (questi, naturalmente, sono tutti uguali gli uni agli altri).
Lo scenario si suddivide in piccole aree urbane, base militari ed aperta compagna, ma appare fin troppo uniforme e monotono, visto che le varie zone finiscono per l'assomigliarsi tutte e, senza la mappa di gioco, probabilmente ci si perderebbe in mezzo ad ambienti sempre uguali.
L'interattività è altissima, si può distruggere quasi qualunque cosa a portata di vista, così come impadronirsi di tutto quello che si può trasportare o...guidare. Il gioco gira a 30fps costanti, senza incertezze o rallentamenti anche nelle situazioni più affollate, e la linea dell'orizzonte è sufficientemente profonda da evitare di incappare in brutte sorprese prima di poterle vedere: le aree visitate sono sempre animate da persone o veicoli in movimento, si tratti di militari di pattuglia o inermi civili. Un plauso va poi alle stupende esplosioni, davvero tra le più belle e realistiche mai ammirate in un videogioco. A voler cercare qualche elemento negativo, possiamo giusto parlare di qualche fenomeno di bad clipping, assolutamente non fastidioso, e di un sistema di guida dei veicoli non del tutto convincente, anche se mai frustrante.
Per quanto riguarda il comparto audio, distinguerei innanzitutto tra colonna sonora ed effetti ambientali: questi ultimi sono notevolissimi, sotto ogni aspetto. Aggirandoci per le enormi locazioni di gioco saremo costantemente bombardati da chiacchiere di persone (in lingua diversa a seconda della nazionalità), proclami della propaganda, rumore degli aerei che sorvolano l'area, spari, esplosioni, motori: tutto estremamente realistico e dannatamente coinvolgente.
Più anonima, a mio avviso, la colonna sonora ad opera di Michael Giacchino ("Gli Incredibili"), che accompagna costantemente l'azione con melodie belliche ma non colpisce particolarmente.
I controlli di gioco sono immediati e piuttosto completi: con i due grilletti R1 ed L1 si comandano le armi da fuoco (fucili, bazooka) e gli esplosivi (bombe a mano), si possono portare fino a due armi differenti. Il personaggio si muove con la levetta direzionale, può saltare o combattere corpo a corpo ma non correre, accovacciarsi o ripararsi dietro un muro, il che toglie un po' di strategia all'azione. L'IA dei nemici è nella media, non sono dei geni di strategia ma almeno non restano allo scoperto ad aspettare di farsi abbattere dai vostri colpi; le missioni si fanno via via sempre più difficili e questo, unito all'alto numero di obiettivi a disposizione, rende la longevità totale piuttosto elevata, si parla di una cinquantina di ore per completare il tutto.
L'idea dei Rockstar, rimasta in incubazione con i primi due GTA, é esplosa definitivamente con GTA3, che é diventato a breve uno dei titoli più divertenti ed innovativi della storia: la bontà del concept è testimoniata anche dagli innumerevoli cloni che ne hanno seguito le tracce (True Crime, Drv3r, Mafia), limitandosi tuttavia a proporre semplici varianti dell'originale. Dunque spetta a Lucas Arts il merito di avere, per prima, avuto il coraggio di prendere il gameplay di GTA e trasportarlo in tutt'altro contesto, quale una guerra in Corea...
Teatro di guerra
Lo scenario di gioco si basa su premesse fanta-politiche abbastanza plausibili, sul genere di quelle che piacciono tanto a gente come Tom Clancy: l'ultimo dittatore della Corea del Nord, Choi Kim, decide di avviare trattative di pace con la Corea del Sud per porre termine alla decennale divisione dei due paesi. Naturalmente non manca una fazione interna contraria a questi piani che, capeggiata dal figlio del dittatore, il generale Choi Song, organizza un attentato durante la conferenza di pace, prendendo il controllo del paese e scatenando la guerra. Sul campo di battaglia sono dunque dispiegate varie forze: le Nazioni Unite, la Corea del Sud, quella del Nord, la Cina e...la mafia russa! In mezzo a queste forze si muove il nostro personaggio, un mercenario spedito in loco dalla ExOps con l'obiettivo di approfittare della confusione generale per guadagnare più soldi possibili.
Il gioco è sostanzialmente uno sparatutto/action in terza persona che, proprio per la sua somiglianza con GTA, risulta assai immediato ma anche molto meno tattico della media dei titoli bellici.
Ad inizio gioco dovremo decidere di quale mercenario assumere il controllo tra i tre disponibili, differenti non solo per l'aspetto fisico: l'americano Chris Jacobs vanta un alto fattore di resistenza ai proiettili, la cino-britannica Jennifer Mui è abile nei travestimenti, lo svedese Mattias Nilsson ha dalla sua una prodigiosa velocità.
A questo punto ci si trova a vagare in un'enorme area di gioco (magari non grande come in GTASA, ma non c'è da lamentarsi) alla ricerca di missioni. Le varie fazioni in lotta sono un po' come le gang in GTA, solo che al giocatore è rimessa la scelta di gestire la situazione come meglio crede: infatti a parte i Nordcoreani, che sono i cattivi di turno e quindi vanno sempre e comunque eliminati, le altre fazioni sono inizialmente neutrali nei nostri confronti, ma il loro atteggiamento muterà a seconda del nostro comportamento. Fate qualche sgarro ai cinesi e questi cominceranno a spararvi contro a vista, mentre lavorando per loro potrete addirittura farvi seguire da dei soldati di supporto. Un apposito indicatore ci tiene sempre aggiornati sullo stato dei rapporti con ogni fazione: per avere la vita più facile è bene non inimicarsi nessuno, ma proseguendo nel gioco sarà quasi impossibile portare a termine le missioni per una fazione senza inimicarvi qualcuna delle altre.
Miss in action
La mappa di gioco è letteralmente invasa da obiettivi sensibili: basta avvicinarsi al punto indicato ed interagire con la persona trovata in loco per dare il via alle danze. Le missioni, che si dividono in obbligatorie (che fanno proseguire la storia) e opzionali, possono avere i più svariati obiettivi, dal difendere una postazione allo sgominare presidi nemici, dal raggiungere un determinato posto entro un tempo limite al catturare un leader nemico. A tal proposito i programmatori hanno preso spunto dal fantomatico mazzo di carte dei ricercati inventato dagli americani durante la guerra in Iraq per ricrearne una copia virtuale: le Nazioni Unite hanno infatti creato un vero e proprio mazzo da gioco, in cui ad ognuna delle 52 carte corrisponde un ricercato e per ognuno di loro che sia catturato vivo o morto c'è una cospicua ricompensa (ma se è morto la taglia si dimezza). Buona parte di questi personaggi li troverete durante l'avventura principale, ma per catturarli tutti dovrete esplorare per bene la mappa di gioco e cimentarvi nelle missioni secondarie.
Il punto di forza del gioco risiede essenzialmente nel senso di libertà che è in grado di trasmettere al giocatore: non dimenticatevi che si tratta pur sempre di una scenario bellico in continuo mutamento! Potete a scegliere le missioni che intende affrontare, ma potete anche andarvene in giro liberamente e finire con lo sbatterci sopra il muso: capita spessissimo che, mentre ve ne state andando a zonzo senza una meta precisa (a bordo di un qualunque veicolo abbiate trovato sul campo di battaglia, dalla jeep al carro armato all'elicottero!), incappiate in un qualche scontro tra fazioni. A quel punto potete proseguire e far finta di nulla, oppure decidere di intervenire a favore di una o dell'altra parte e, soprattutto, potete decidere come intervenire: fare cecchinaggio da lontano, irrompere col vostro mezzo tra le fila nemiche, schierarvi con gli alleati ed indirizzare il loro fuoco, prendere gli avversari alle spalle e, magari, catturare il loro leader, attaccarli dall'alto con un elicottero o, perchè no, ordinare un bombardamento aereo (se avete abbastanza soldi per permettervelo). Si può fare veramente di tutto e di più, l'interazione con l'ambiente è molto elevata (ci si può impadronire praticamente di ogni mezzo sul campo, ma anche raccogliere armi e munizioni, distruggere o spostare casse, raccogliere medikit, parlare con i soldati o invitarli a salire sul nostro mezzo, così mentre noi siamo alla guida uno di loro spara ai nemici e così via) e le scelte effettuabili moltissime, in ogni circostanza! In ogni momento è possibile salvare, rinunciare alla missione in corso se si sta rivelando troppo impegnativa, ordinare armi o attacchi di supporto col nostro palmare, consultare la mappa per stabilire la posizione degli obiettivi e così via.
Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che per concedere tanta libertà i programmatori hanno dovuto sacrificare la trama, che è alquanto nebulosa e dispersiva e spesso abbandona il giocatore a sé stesso: capita più di una volta di non capire esattamente cosa fare per proseguire, o dove accidenti fare per trovare i ricercati speciali.
Soldati di ventura
Tecnicamente i ragazzi di Pandemic Studios hanno fatto un lavoro davvero eccellente.
A livello di grafica rappresenta una delle cose migliori mai viste su PS2, tenendo sempre presente il tipo di gioco. L'area messa a disposizione del giocatore è davvero grande e dettagliata, fiamme e fumo si levano ovunque, aerei ed elicotteri passano continuamente sopra le nostre teste mentre il suono degli spari echeggia un po' ovunque: la fisica di gioco è tra le migliori mai viste ed accresce notevolmente la sensazione di realismo che si respira. Anche i modelli dei vari personaggi sono dettagliati e molto realistici, sia che si tratti di protagonisti che di semplici fantaccini (questi, naturalmente, sono tutti uguali gli uni agli altri).
Lo scenario si suddivide in piccole aree urbane, base militari ed aperta compagna, ma appare fin troppo uniforme e monotono, visto che le varie zone finiscono per l'assomigliarsi tutte e, senza la mappa di gioco, probabilmente ci si perderebbe in mezzo ad ambienti sempre uguali.
L'interattività è altissima, si può distruggere quasi qualunque cosa a portata di vista, così come impadronirsi di tutto quello che si può trasportare o...guidare. Il gioco gira a 30fps costanti, senza incertezze o rallentamenti anche nelle situazioni più affollate, e la linea dell'orizzonte è sufficientemente profonda da evitare di incappare in brutte sorprese prima di poterle vedere: le aree visitate sono sempre animate da persone o veicoli in movimento, si tratti di militari di pattuglia o inermi civili. Un plauso va poi alle stupende esplosioni, davvero tra le più belle e realistiche mai ammirate in un videogioco. A voler cercare qualche elemento negativo, possiamo giusto parlare di qualche fenomeno di bad clipping, assolutamente non fastidioso, e di un sistema di guida dei veicoli non del tutto convincente, anche se mai frustrante.
Per quanto riguarda il comparto audio, distinguerei innanzitutto tra colonna sonora ed effetti ambientali: questi ultimi sono notevolissimi, sotto ogni aspetto. Aggirandoci per le enormi locazioni di gioco saremo costantemente bombardati da chiacchiere di persone (in lingua diversa a seconda della nazionalità), proclami della propaganda, rumore degli aerei che sorvolano l'area, spari, esplosioni, motori: tutto estremamente realistico e dannatamente coinvolgente.
Più anonima, a mio avviso, la colonna sonora ad opera di Michael Giacchino ("Gli Incredibili"), che accompagna costantemente l'azione con melodie belliche ma non colpisce particolarmente.
I controlli di gioco sono immediati e piuttosto completi: con i due grilletti R1 ed L1 si comandano le armi da fuoco (fucili, bazooka) e gli esplosivi (bombe a mano), si possono portare fino a due armi differenti. Il personaggio si muove con la levetta direzionale, può saltare o combattere corpo a corpo ma non correre, accovacciarsi o ripararsi dietro un muro, il che toglie un po' di strategia all'azione. L'IA dei nemici è nella media, non sono dei geni di strategia ma almeno non restano allo scoperto ad aspettare di farsi abbattere dai vostri colpi; le missioni si fanno via via sempre più difficili e questo, unito all'alto numero di obiettivi a disposizione, rende la longevità totale piuttosto elevata, si parla di una cinquantina di ore per completare il tutto.
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