Recensione Destroy Hall Umans 2
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Recensione Destroy Hall Umans 2
[ps2, xbox] Chi non si ricorda del primo titolo dei Pandemic Studios in cui, impersonando un alieno, potevamo andare in giro a devastare il mondo, per trovare la nostra navicella spaziale e tornarcene a casa? E’ stato uno di quei titoli che, seppur mediocre, ha lasciato il segno per l’originalità del gameplay ed i colpi umoristici di cui era infarcito nella sua esaltazione dei luoghi comuni. Ebbene, eccoci dopo un anno a parlare del sequel, di questo Destroy All Humans 2 che ancora una volta ci vedrà protagonisti nei panni di un piccolo essere grigio con gli enormi occhi neri e tanta violenza da sfogare.
La fine è l’inizio
Proprio cosi, l’avvenutura narrata in questo nuovo episodio inizia proprio dalla fine del precedente episodio, saremo infatti ancora nei panni del piccolo e violento Crypto Sporidium 137, uno dei tanti cloni del pianeta Furon, soltanto che stavolta invece di andarcene a spasso a cercare pezzi della nostra astronave dovremo…cercare pezzi della nostra astronave!! Infatti il KGB ha fatto saltare in aria la navicella danneggiandola e costringendoci a rimanere nuovamente confinati sulla terra. Questa volta però dovremo scoprire come hanno fatto questi russi a sapere dov’era la navicella e trovare un metodo per scappare via il più in fretta possibile. La storia, come si può constatare, senza spoilerare troppo, è semplicemente una scusa per creare questo sequel che sin da subito troveremo identico al prequel; proprio dalla meccanica di gioco dal ricercare tutti gli elementi per scoprire la verità e prendere finalmente il volo al gameplay vero e proprio. Come sempre potremo sparare grazie al pulsante R1, mentre tenendo premuto il quadrato avremo la possibilità di scegliere una delle numerose armi messa a nostra disposizione (alcune andranno ovviamente sbloccate con l’avanzamento della storia), che varieranno dal classico raggio fotonico che ucciderà gli innocui umani, a lame energetiche in grado di lanciare ogni persona da un posto all’altro ecc. ecc. Cosa caratterizzava il piccolo Crypto se non la sua grande potenza mentale? Alla fine se ha una testa cosi spropositata un motivo ci sarà. I poteri a disposizione del giovane clone furoniano sono la classica telecinesi, con la quale potrà sollevare ogni oggetto (una volta potenziata sufficientemente) e scagliarlo ovunque come arma, oppure impossessarsi dei corpi dei deboli umani per prendere il posto ed andare in giro tranquillamente senza essere riconosciuti; ma c’è sempre l’occasione di leggere nella mente degli ignari passanti per farsi due risate, dicono solo stupidate, o costringerli a seguirci e tante altre cosette che si sbloccheranno lentamente con l’avanzamento nell’avventura. Questo è in poche parole Destroy All Humans 2, un action nel quale dovrete compiere determinate missioni, costituite quasi sempre dal raggiungere un determinato punto della mappa per passare oltre, fino alla fine del gioco…tutto molto lineare e senza intoppi.
Ma le novità?
Beh, diciamo che se i programmatori non si fossero un attimino sforzati di cambiare il titolo non sarebbe neppure stato giustificato quel 2 dopo il titolo, ma fortunatamente qualcosina se la sono inventata, a partire dall’ambientazione del gioco, che non si svolgerà tutto in America, con nel prequel, ma si sposterà in Giappone, Gran Bretagna e Russia. Grazie al jet pak potremo volare ancora più in alto di prima, mentre con l’ausilio di alcune “cabine telefoniche” avremo la possibilità di chiamare aiuto nei momenti di difficoltà, magari quando avremo lo scudo energetico troppo basso e non avremo il tempo di rimanere fermi ad attendere che questo si ricarichi. Le piccolezze aggiunte ci sono, e non sarebbero neppure poche, purtroppo però i difetti del capitolo antecedente sono rimasti tutti ed anzi anche ampliati in alcuni casi; bisogna sottolineare come la trovata più geniale venuta ai ragazzi della Pandemic è stata quella d’introdurre una modalità cooperativa nella quale, con schermo diviso in due, classico splitscreen, andremo a spasso per i livelli con un amico. Tutto ciò è sicuramente divertente ma rende il titolo di una semplicità disarmante, da notare infatti che la IA dei nemici non è migliorata e che anzi spesso risulteranno stupidi e privi d’intelligenza, parandosi di fronte a noi come se volessero essere semplicemente uccisi e basta. Il peggioramento più evidente però lo troviamo nella libertà d’azione che avremo, semplicemente ridotta rispetto a prima, con sezioni che si susseguono in ordine fisso e senza possibilità di modificare molto lo svolgersi degli avvenimenti; diciamo che potrete sempre andarvene in giro ad uccidere gli umani come vorrete, ma se avete già giocato l’anno passato al primo prodotto della THQ non troverete nulla di divertente o diverso…le possibilità per uccidere gli umani sono le medesime. Una delle cose che aumenterà la longevità del gioco sono i vari mini-giochi sbloccabili, che senz’altro saranno un buon passatempo anche se non sono certo realizzati perfettamente (vedi il titolo del tennis oppure il duello).
Serie B…
Una delle caratteristiche che hanno reso Destroy All Humans molto divertente e godibile nella sua prima apparizione fu senza dubbio la caratteristica da film di fantascienza di serie B che trasudava ad ogni livello, con una quantità incredibile di citazioni a film più o meno famosi del genere. Purtroppo i ragazzi della Pandemic evidentemente hanno sparato le cartucce migliori tutte in un colpo, questo non significa che l’umorismo che caratterizzava Crypto non sia più presente, anzi il personaggio è forse una delle parti migliori del gioco vista la sua personalità, ma che è ridotto moltissimo e se ne sente la mancanza più di ogni altra cosa. Neppure le sezioni abbordo del disco volante riescono a sollevare le sorti di un gioco nato con un difetto palese per i fan del primo, ha un due dopo il nome che non ci azzecca proprio nulla e, per dirla come farebbe la cara Capcom, più che un sequel è un update.
La grafica è grigi
Il comparto tecnico non è cambiato se paragonato a quello del precedente capitolo, con qualche effetto in più ma con il motore grafico identico. Ci ritroveremo quindi con delle ambientazioni ben fatte e curate, ma questa volta un po’ meno dettagliate e con meno particolari, rimangono invece inalterate le animazioni divertenti e tanto stile anni '80 con i figli dei fiori che vi faranno ridere non poco. Rimane invece il rammarico per la modalità cooperativa che in split-screen è offuscata da una fitta nebbia ed un accentuato effetto pop-up, che diventa ancora più fastidioso di quello presente nel single player. Anche le musiche sono invariate, con temi molto poco riusciti e ripetitivi che non riescono a reggere il resto dell’atmosfera ricreata nel gioco. Nulla da dire sugli effetti sonori, anche sempre quelli ma almeno stavolta ci troviamo di fronte a qualcosa di ben fatto e caratteristico
La fine è l’inizio
Proprio cosi, l’avvenutura narrata in questo nuovo episodio inizia proprio dalla fine del precedente episodio, saremo infatti ancora nei panni del piccolo e violento Crypto Sporidium 137, uno dei tanti cloni del pianeta Furon, soltanto che stavolta invece di andarcene a spasso a cercare pezzi della nostra astronave dovremo…cercare pezzi della nostra astronave!! Infatti il KGB ha fatto saltare in aria la navicella danneggiandola e costringendoci a rimanere nuovamente confinati sulla terra. Questa volta però dovremo scoprire come hanno fatto questi russi a sapere dov’era la navicella e trovare un metodo per scappare via il più in fretta possibile. La storia, come si può constatare, senza spoilerare troppo, è semplicemente una scusa per creare questo sequel che sin da subito troveremo identico al prequel; proprio dalla meccanica di gioco dal ricercare tutti gli elementi per scoprire la verità e prendere finalmente il volo al gameplay vero e proprio. Come sempre potremo sparare grazie al pulsante R1, mentre tenendo premuto il quadrato avremo la possibilità di scegliere una delle numerose armi messa a nostra disposizione (alcune andranno ovviamente sbloccate con l’avanzamento della storia), che varieranno dal classico raggio fotonico che ucciderà gli innocui umani, a lame energetiche in grado di lanciare ogni persona da un posto all’altro ecc. ecc. Cosa caratterizzava il piccolo Crypto se non la sua grande potenza mentale? Alla fine se ha una testa cosi spropositata un motivo ci sarà. I poteri a disposizione del giovane clone furoniano sono la classica telecinesi, con la quale potrà sollevare ogni oggetto (una volta potenziata sufficientemente) e scagliarlo ovunque come arma, oppure impossessarsi dei corpi dei deboli umani per prendere il posto ed andare in giro tranquillamente senza essere riconosciuti; ma c’è sempre l’occasione di leggere nella mente degli ignari passanti per farsi due risate, dicono solo stupidate, o costringerli a seguirci e tante altre cosette che si sbloccheranno lentamente con l’avanzamento nell’avventura. Questo è in poche parole Destroy All Humans 2, un action nel quale dovrete compiere determinate missioni, costituite quasi sempre dal raggiungere un determinato punto della mappa per passare oltre, fino alla fine del gioco…tutto molto lineare e senza intoppi.
Ma le novità?
Beh, diciamo che se i programmatori non si fossero un attimino sforzati di cambiare il titolo non sarebbe neppure stato giustificato quel 2 dopo il titolo, ma fortunatamente qualcosina se la sono inventata, a partire dall’ambientazione del gioco, che non si svolgerà tutto in America, con nel prequel, ma si sposterà in Giappone, Gran Bretagna e Russia. Grazie al jet pak potremo volare ancora più in alto di prima, mentre con l’ausilio di alcune “cabine telefoniche” avremo la possibilità di chiamare aiuto nei momenti di difficoltà, magari quando avremo lo scudo energetico troppo basso e non avremo il tempo di rimanere fermi ad attendere che questo si ricarichi. Le piccolezze aggiunte ci sono, e non sarebbero neppure poche, purtroppo però i difetti del capitolo antecedente sono rimasti tutti ed anzi anche ampliati in alcuni casi; bisogna sottolineare come la trovata più geniale venuta ai ragazzi della Pandemic è stata quella d’introdurre una modalità cooperativa nella quale, con schermo diviso in due, classico splitscreen, andremo a spasso per i livelli con un amico. Tutto ciò è sicuramente divertente ma rende il titolo di una semplicità disarmante, da notare infatti che la IA dei nemici non è migliorata e che anzi spesso risulteranno stupidi e privi d’intelligenza, parandosi di fronte a noi come se volessero essere semplicemente uccisi e basta. Il peggioramento più evidente però lo troviamo nella libertà d’azione che avremo, semplicemente ridotta rispetto a prima, con sezioni che si susseguono in ordine fisso e senza possibilità di modificare molto lo svolgersi degli avvenimenti; diciamo che potrete sempre andarvene in giro ad uccidere gli umani come vorrete, ma se avete già giocato l’anno passato al primo prodotto della THQ non troverete nulla di divertente o diverso…le possibilità per uccidere gli umani sono le medesime. Una delle cose che aumenterà la longevità del gioco sono i vari mini-giochi sbloccabili, che senz’altro saranno un buon passatempo anche se non sono certo realizzati perfettamente (vedi il titolo del tennis oppure il duello).
Serie B…
Una delle caratteristiche che hanno reso Destroy All Humans molto divertente e godibile nella sua prima apparizione fu senza dubbio la caratteristica da film di fantascienza di serie B che trasudava ad ogni livello, con una quantità incredibile di citazioni a film più o meno famosi del genere. Purtroppo i ragazzi della Pandemic evidentemente hanno sparato le cartucce migliori tutte in un colpo, questo non significa che l’umorismo che caratterizzava Crypto non sia più presente, anzi il personaggio è forse una delle parti migliori del gioco vista la sua personalità, ma che è ridotto moltissimo e se ne sente la mancanza più di ogni altra cosa. Neppure le sezioni abbordo del disco volante riescono a sollevare le sorti di un gioco nato con un difetto palese per i fan del primo, ha un due dopo il nome che non ci azzecca proprio nulla e, per dirla come farebbe la cara Capcom, più che un sequel è un update.
La grafica è grigi
Il comparto tecnico non è cambiato se paragonato a quello del precedente capitolo, con qualche effetto in più ma con il motore grafico identico. Ci ritroveremo quindi con delle ambientazioni ben fatte e curate, ma questa volta un po’ meno dettagliate e con meno particolari, rimangono invece inalterate le animazioni divertenti e tanto stile anni '80 con i figli dei fiori che vi faranno ridere non poco. Rimane invece il rammarico per la modalità cooperativa che in split-screen è offuscata da una fitta nebbia ed un accentuato effetto pop-up, che diventa ancora più fastidioso di quello presente nel single player. Anche le musiche sono invariate, con temi molto poco riusciti e ripetitivi che non riescono a reggere il resto dell’atmosfera ricreata nel gioco. Nulla da dire sugli effetti sonori, anche sempre quelli ma almeno stavolta ci troviamo di fronte a qualcosa di ben fatto e caratteristico
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