Recensione Ghost Recon 2
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Recensione Ghost Recon 2
[Ps2] Un progetto ambizioso sul mondo di Tom Clancy
Tom Clancy è uno dei più famosi scrittori di romanzi thriller a sfondo militare e può vantare ben 80 milioni di libri venduti grazie a titoli importanti come Sotto il segno del pericolo, Caccia ad Ottobre Rosso, Rainbow Six, Al vertice della tensione ed I denti della tigre, libri di tale successo che da ben quattro di questi ne sono stati tratti dei film.
Lo scrittore, oltre a poter vantare ancora altri libri sulle forze armate statunitensi e sulle armi da fuoco di vecchia e nuova generazione, è il padre fondatore della Red Storm, la software house che ha dato il via alla trasposizione videoludica delle sue opere.
Ubisoft, distributore delle serie di Tom Clancy per il mercato occidentale, ha ben pensato di diversificare, lavorando a braccetto sia con la Red Storm che con lo Studio Shangai (responsabile del primo Ghost Recon), l’offerta di questo genere di titoli proponendo sulle varie piattaforme episodi legati tra loro in modo da rendere indispensabile, per l’appassionato del genere ed ai fini di comprendere la trama, l’acquisto di ogni videogioco.
Abbandonato il realismo (e forse potremmo dire la frustrazione) del titolo uscito originariamente per pc, abbiamo, grazie al team Shangai Studio, una nuova interpretazione della serie Ghost Recon esclusivamente plasmata per sfruttare in modo egregio l’hardware della console Sony sia nel gioco online che offline, ponendo il giocatore nei panni di Jacob Mitchell mandato in terra straniera a capo del team Ghost (il più efficiente gruppo militare del mondo), e precisamente in Corea del Nord, per fermare l’esercito di Pyong Yang, intento a scatenare un conflitto nucleare nell’anno 2007.
Unrealistico
Quel che sorprende è come il team di sviluppo abbia deciso, invece di utilizzare lo stesso motore di proprietà di Red Storm visto nei precedenti capitoli del gioco, di modificare, per un approccio qualitativo sull’hardware Playstation 2, il motore grafico di Unreal e plasmarlo seguendo i limiti di quel che sono le potenzialità di questa console.
La resa grafica è stupefacente rispetto a titoli del genere (anche lo stesso Socom 2) e conversioni di titoli analoghi per Pc (forse l’unico prodotto di livello simile è il mai arrivato in occidente Project Minerva con le sue animazioni iper-realistiche). I personaggi del gioco sono ottimamente realizzati e trasmettono quella sensazione di persone reali grazie alla loro corposità e modellazione; stupendamente rappresentato in termini “massicci” il loro equipaggiamento, la completezza di quest’ultimo è ben visibile con tutti quei gadget ed apparecchiature che appesantiscono, ma allo stesso tempo rendono completo, un soldato.
Pecca dei nostri uomini è forse la poca varietà delle mimetiche utilizzate ed il lieve aliasing che li circonda (letteralmente parlando), a questo si aggiunge anche un frame rate instabile che raramente tocca i 30fps (in quei rari momenti di isolamento dal luogo di battaglia con il solo nostro personaggio visibile).
Dobbiamo però riportare che il titolo fa un uso massiccio di elementi scenografici, come ponti, cartelloni con indicazioni stradali, alberi e tronchi posti lungo i sentieri, barili e casse (dietro le quali è possibile nascondersi per trovare riparo) ed infine strutture da distruggere caratterizzati da un discreto livello di dettaglio e di particolari.
Abbastanza scarni, invece, gli indicatori a schermo, forse per scelta voluta, che non invadono la visione dell’azione ma allo stesso tempo non sono particolareggiati. La stessa cosa non può dirsi, invece, degli effetti luce che scaturiscono dalle nostre armi, quelli particellari di fumo e fuoco e il lens flare che si genererano quando ci poniamo nel raggio di luce del sole.
Particolare menzione meritano le armi, ottimamente modellate e convincenti, sia quelle da portare in giro per annientare l’esercito ribelle coreano che quelle poste sul luogo di battaglia (essendo ambientato nel futuro prossimo, il titolo presenta anche armi, come l’M23 il famoso fucile mitragliatore “factotum”, attualmente in via di sperimentazione).
Il sonoro presenta il supporto per il Dolby Pro Logic 2 e propone tracce audio di alta qualità che ci preparano degnamente all’azione; alcune di queste sono così gasanti da farci addirittura venir voglia di iniziare una partita o di continuare a giocare. Belli gli effetti sonori con i differenti rumori dei proiettili sulle differenti superfici come legno, terriccio o calcestruzzo.
Una rivisitazione di Ghost Recon
Abbandonato il modello realistico proposto nella prima versione Pc, questa per Playstation 2 ne rivede e corregge le caratteristiche, proponendo un ottimo sparatutto in terza persona. In solitario o al comando di altri tre compagni, noi esclusi, affronteremo delle missioni in successione che presenteranno anche dei risvolti della storia che muove il tutto. Il titolo mischia i classici scontri in campo aperto, con raffiche di proiettili ed i nostri uomini che cercando di coprirci le spalle o aggirare il nemico per sorprenderlo in modo inaspettato, con elementi stealth e sezioni da cecchino.
Per impartire gli ordini ai nostri compagni avremo la possibilità di utilizzare il tasto triangolo che permette la fuoriuscita di un menù a scomparsa con quattro opzioni e la stessa cosa avviene per le armi (alcune delle quali, come il mirabolante mitragliatore M4, con ben tre tipologie differenti di sparo: singolo, triplo in successione ed a raffica); questa scelta non spezza il ritmo di gioco ed è molto intuitiva e rapida dato che le opzioni proposte sono nel loro numero esiguo, benché differenziate in modo tale da riuscire a coprire tutte le situazioni di gioco.
Il nostro personaggio potrà effettuare le tipiche operazioni di attacco (mirando anche da dietro a degli oggetti o delle strutture utilizzando la nuova visuale “over the shoulder”) a cui si aggiunge la possibilità di strisciare, abbassarsi, chinarsi, correre e camminare, azioni classiche ormai in titoli del genere.
Segnaliamo, purtroppo, che per passare oltre ogni piccolo elemento che ci ostacola non sarà possibile scavalcarli e dovremo distruggerli con il materiale bellico a nostra disposizione, come ad esempio gli esplosivi. Altra pecca è l’impossibilità ad usare i veicoli: questi infatti faranno solo parte della scenografia o saranno ad esclusivo uso degli avversari controllati dalla CPU.
Simpatica l’idea (anche se pre-calcolata) di variare gli ambienti bellici durante il gioco con esplosioni o possibili attacchi in nostra direzione, così come la solitaria modalità Lone Wolf, dove non ci cureremo dei nostri compagni ed agiremo quasi da soli ed indisturbati.
La longevità del titolo è infine garantita dalla possibilità di sbloccare extra come artwork e filmati e, ovviamente, dalla modalità online, dove fino a ben 16 videogiocatori potranno scontrarsi grazie all’uso del broadband adapter per Ps2.
Tom Clancy è uno dei più famosi scrittori di romanzi thriller a sfondo militare e può vantare ben 80 milioni di libri venduti grazie a titoli importanti come Sotto il segno del pericolo, Caccia ad Ottobre Rosso, Rainbow Six, Al vertice della tensione ed I denti della tigre, libri di tale successo che da ben quattro di questi ne sono stati tratti dei film.
Lo scrittore, oltre a poter vantare ancora altri libri sulle forze armate statunitensi e sulle armi da fuoco di vecchia e nuova generazione, è il padre fondatore della Red Storm, la software house che ha dato il via alla trasposizione videoludica delle sue opere.
Ubisoft, distributore delle serie di Tom Clancy per il mercato occidentale, ha ben pensato di diversificare, lavorando a braccetto sia con la Red Storm che con lo Studio Shangai (responsabile del primo Ghost Recon), l’offerta di questo genere di titoli proponendo sulle varie piattaforme episodi legati tra loro in modo da rendere indispensabile, per l’appassionato del genere ed ai fini di comprendere la trama, l’acquisto di ogni videogioco.
Abbandonato il realismo (e forse potremmo dire la frustrazione) del titolo uscito originariamente per pc, abbiamo, grazie al team Shangai Studio, una nuova interpretazione della serie Ghost Recon esclusivamente plasmata per sfruttare in modo egregio l’hardware della console Sony sia nel gioco online che offline, ponendo il giocatore nei panni di Jacob Mitchell mandato in terra straniera a capo del team Ghost (il più efficiente gruppo militare del mondo), e precisamente in Corea del Nord, per fermare l’esercito di Pyong Yang, intento a scatenare un conflitto nucleare nell’anno 2007.
Unrealistico
Quel che sorprende è come il team di sviluppo abbia deciso, invece di utilizzare lo stesso motore di proprietà di Red Storm visto nei precedenti capitoli del gioco, di modificare, per un approccio qualitativo sull’hardware Playstation 2, il motore grafico di Unreal e plasmarlo seguendo i limiti di quel che sono le potenzialità di questa console.
La resa grafica è stupefacente rispetto a titoli del genere (anche lo stesso Socom 2) e conversioni di titoli analoghi per Pc (forse l’unico prodotto di livello simile è il mai arrivato in occidente Project Minerva con le sue animazioni iper-realistiche). I personaggi del gioco sono ottimamente realizzati e trasmettono quella sensazione di persone reali grazie alla loro corposità e modellazione; stupendamente rappresentato in termini “massicci” il loro equipaggiamento, la completezza di quest’ultimo è ben visibile con tutti quei gadget ed apparecchiature che appesantiscono, ma allo stesso tempo rendono completo, un soldato.
Pecca dei nostri uomini è forse la poca varietà delle mimetiche utilizzate ed il lieve aliasing che li circonda (letteralmente parlando), a questo si aggiunge anche un frame rate instabile che raramente tocca i 30fps (in quei rari momenti di isolamento dal luogo di battaglia con il solo nostro personaggio visibile).
Dobbiamo però riportare che il titolo fa un uso massiccio di elementi scenografici, come ponti, cartelloni con indicazioni stradali, alberi e tronchi posti lungo i sentieri, barili e casse (dietro le quali è possibile nascondersi per trovare riparo) ed infine strutture da distruggere caratterizzati da un discreto livello di dettaglio e di particolari.
Abbastanza scarni, invece, gli indicatori a schermo, forse per scelta voluta, che non invadono la visione dell’azione ma allo stesso tempo non sono particolareggiati. La stessa cosa non può dirsi, invece, degli effetti luce che scaturiscono dalle nostre armi, quelli particellari di fumo e fuoco e il lens flare che si genererano quando ci poniamo nel raggio di luce del sole.
Particolare menzione meritano le armi, ottimamente modellate e convincenti, sia quelle da portare in giro per annientare l’esercito ribelle coreano che quelle poste sul luogo di battaglia (essendo ambientato nel futuro prossimo, il titolo presenta anche armi, come l’M23 il famoso fucile mitragliatore “factotum”, attualmente in via di sperimentazione).
Il sonoro presenta il supporto per il Dolby Pro Logic 2 e propone tracce audio di alta qualità che ci preparano degnamente all’azione; alcune di queste sono così gasanti da farci addirittura venir voglia di iniziare una partita o di continuare a giocare. Belli gli effetti sonori con i differenti rumori dei proiettili sulle differenti superfici come legno, terriccio o calcestruzzo.
Una rivisitazione di Ghost Recon
Abbandonato il modello realistico proposto nella prima versione Pc, questa per Playstation 2 ne rivede e corregge le caratteristiche, proponendo un ottimo sparatutto in terza persona. In solitario o al comando di altri tre compagni, noi esclusi, affronteremo delle missioni in successione che presenteranno anche dei risvolti della storia che muove il tutto. Il titolo mischia i classici scontri in campo aperto, con raffiche di proiettili ed i nostri uomini che cercando di coprirci le spalle o aggirare il nemico per sorprenderlo in modo inaspettato, con elementi stealth e sezioni da cecchino.
Per impartire gli ordini ai nostri compagni avremo la possibilità di utilizzare il tasto triangolo che permette la fuoriuscita di un menù a scomparsa con quattro opzioni e la stessa cosa avviene per le armi (alcune delle quali, come il mirabolante mitragliatore M4, con ben tre tipologie differenti di sparo: singolo, triplo in successione ed a raffica); questa scelta non spezza il ritmo di gioco ed è molto intuitiva e rapida dato che le opzioni proposte sono nel loro numero esiguo, benché differenziate in modo tale da riuscire a coprire tutte le situazioni di gioco.
Il nostro personaggio potrà effettuare le tipiche operazioni di attacco (mirando anche da dietro a degli oggetti o delle strutture utilizzando la nuova visuale “over the shoulder”) a cui si aggiunge la possibilità di strisciare, abbassarsi, chinarsi, correre e camminare, azioni classiche ormai in titoli del genere.
Segnaliamo, purtroppo, che per passare oltre ogni piccolo elemento che ci ostacola non sarà possibile scavalcarli e dovremo distruggerli con il materiale bellico a nostra disposizione, come ad esempio gli esplosivi. Altra pecca è l’impossibilità ad usare i veicoli: questi infatti faranno solo parte della scenografia o saranno ad esclusivo uso degli avversari controllati dalla CPU.
Simpatica l’idea (anche se pre-calcolata) di variare gli ambienti bellici durante il gioco con esplosioni o possibili attacchi in nostra direzione, così come la solitaria modalità Lone Wolf, dove non ci cureremo dei nostri compagni ed agiremo quasi da soli ed indisturbati.
La longevità del titolo è infine garantita dalla possibilità di sbloccare extra come artwork e filmati e, ovviamente, dalla modalità online, dove fino a ben 16 videogiocatori potranno scontrarsi grazie all’uso del broadband adapter per Ps2.
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